Immagina un parco archeologico risalente a 3000 anni fa, ricco di cultura e mistero, costruito con sapienza. Immagina di poterlo visitare comodamente una mattina, dopo esserti svegliato in una delle nostre 4 camere-pinnettos, avvolto nella cromoterapia e nell’aromaterapia della stanza.
È il Pozzo Sacro di Santa Cristina, uno dei più importanti luoghi sacri risalenti all’età nuragica, che si trova su un altopiano vicino a Paulilatino, in provincia di Oristano.
Circondato da un bosco di ulivi secolari, questo sito archeologico risale al 1000 a.C. e stupisce per la sua armoniosa costruzione geometrica, il suo stato di conservazione e il fascino delle sua scale che sembrano invitare a scendere nel ventre della Madre Terra.
Si pensa che il tempio servisse per praticare il culto dell’acqua, per la guarigione e la protezione delle persone che vi si immergevano. Al suo interno sono stati infatti ritrovati diversi oggetti votivi, come piccole statue in bronzo che con le loro mani indicavano la parte del corpo per cui era stata chiesta la guarigione.
Sembra fosse anche un luogo di osservazione astronomica.
In occasione degli equinozi, ancora oggi, il sole illumina perfettamente il fondo del pozzo passando per il vano scale. Nel mese di Settembre (dal 21 al 23 alle ore 12:00) e nel mese di Marzo (dal 18 al 21 alle ore 11:00), il sole, con i suoi raggi, si riflette dentro il pozzo sino a toccare l’acqua.
In questa circostanza l’osservatore, mentre scende gli ultimi 6 scalini interni, viene accompagnato da due ombre: una si proietta nell’acqua, l’altra discende dalla camera a tholos a testa in giù. Il fenomeno è davvero affascinante e puoi viverlo anche tu!
Ogni 18 anni e 6 mesi, in periodo di lunistizio maggiore, la luce della luna raggiunge lo specchio d’acqua riflettendosi perpendicolarmente attraverso il foro del diametro di circa 30 cm della camera a tholos. Per questo si pensa che il pozzo potesse essere un osservatorio per controllare i cicli lunari, ma non c’è conferma di questo e il mistero rimane ancora oggi.
Il tempio è abbracciato da un recinto sacro di forma ellittica che separa l’area sacra da quella profana. Questo recinto ne circonda un altro a forma di serratura, all’interno del quale è situato il pozzo. I suoi 25 scalini a forma di trapezio si restringono verso il basso, via via che ci si avvicina alla camera che contiene il pozzo vero e proprio, formata da una cella a pianta circolare e coperta da una cupola a volta ogivale alta 7 metri. L’acqua arriva ancora oggi e il livello è sempre costante.
Intorno al tempio, fuori dal recinto, si trovano i resti dell’antico insediamento nuragico.
Ci sono diversi edifici a pianta quadrangolare, che un tempo si pensa fossero adibiti ad alloggi dei maestri di culto e a botteghe per il mercato allestito in occasione delle festività religiose.
Il più importante e il più intatto, situato in posizione frontale e a pianta circolare, è la capanna delle riunioni. Ad oggi conserva il muro esterno (con un diametro di 10 metri e un’altezza residua di 1,70 metri), il sedile in pietra (largo 50 centimetri e alto 30 centimetri) e la pavimentazione in ciottoli.
Villaggio Nuragico
A 200 metri dal pozzo sorge il villaggio nuragico, la parte più antica del parco archeologico, risalente all’età del Bronzo Medio, tra il 1500 e il 1200 a.C.
La civiltà nuragica nacque e si sviluppò in tutta la Sardegna tra il 1700 e il 700 a.C. Deve il suo nome al termine con cui in sardo viene chiamato il monumento considerato più rappresentativo di tale civiltà, il “nuraghe” appunto. Si tratta di un edificio a torre, costruito con l’impiego di pietre di grandi dimensioni (utilizzate grezze o più o meno regolarmente lavorate), al cui interno si trovano una o più camere sovrapposte caratterizzate dalla tipica copertura denominata a “falsa cupola” o “tholos”.
Un nuraghe è proprio il monumento più importante di questa parte del parco archeologico. È costruito con pietre basaltiche, attorno al quale sorgono i resti del villaggio. Il nuraghe ha un diametro di circa 13 metri, un’altezza residua di circa 6 metri e l’interno originale com’era all’epoca, con una camera a tholos perfettamente conservata, con 3 grandi nicchie al suo interno. Sulla porta d’ingresso si trova un grande architrave, sormontato da una piccola finestrella di scarico. Una volta entrati, sulla sinistra, troverete una scala che conduce al primo piano del nuraghe.
Lasciato il nuraghe, poco più avanti, s’incontra la capanna allungata, un tipo di costruzione piuttosto rara in Sardegna che per molti aspetti ricorda il corridoio delle tombe dei giganti. Il suo soffitto è realizzato in lastroni di basalto che in origine si trovavano nel nuraghe e ne formavano il ballatoio. Ha una larghezza e un’altezza di circa 2 metri, per una lunghezza di 14 metri. Poco più avanti lungo il sentiero si trova un’altra costruzione simile, senza però il tetto. Si pensa non risalgano all’epoca nuragica ma al periodo romano e il loro uso rimane sconosciuto.
Villaggio Cristiano
La Chiesa Campestre di Santa Cristina, dalla quale prende il nome il vicino pozzo, è stata costruita dai frati camaldolesi attorno al 1200 e rappresenta la parte più moderna del parco archeologico. Quella che vediamo oggi non è la struttura originale della chiesa in quanto nel corso dei secoli si sono susseguiti diversi lavori e ristrutturazioni. L’unica parte originale della chiesa sono le mura perimetrali, nelle quali sono stati ritrovati resti della civiltà nuragica.
Attorno alla chiesa si trova un complesso di 36 muristenes o cumbissías, alloggi semplici ed essenziali realizzati in pietra basaltica e dedicati inizialmente ai monaci e poi ai pellegrini. Ancora oggi il villaggio si popola di religiosi e visitatori in occasione di due festività: Santa Cristina la seconda domenica di Maggio e San Raffaele Arcangelo la quarta domenica di ottobre.
Vieni a scoprire questo millenario parco archeologico, affascinante e ben conservato.
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