Coronavirus: confessioni dalla Sardegna

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Scrivo questa lettera inusuale dalla collina del “Vecchio Gufo”, come si chiama da secoli la località su cui sorge la piccola struttura ricettiva di famiglia.

È strano a dirsi, ma la combinazione di Covid-19, psicosi collettiva e cambiamento climatico ha reso questi luoghi remoti d’Europa ancora più idilliaci.

Qui in Sardegna è praticamente arrivata la primavera, la natura sta dando il meglio di sé in mancanza di nevicate o gelate – ma anche di zanzare o orde di visitatori.
Tutta l’area della Riserva Unesco è al suo massimo splendore, la natura intatta e rigogliosa – come se arrivasse direttamente dall’alba dei tempi. Quando immagino il passato glorioso dei libri di storia, l’età dell’oro io me la immagino così. Libertà assoluta su una terra aperta e accogliente, incontaminata, iniziatica.

Potrebbe sembrare che questo lembo di terra appartenga al mondo là fuori, o almeno all’Italia. Ci si aspetterebbe che sia così.
Eppure, ciò a cui noi stiamo assistendo ha del surreale.

In contrasto col delirio globale da pandemia, la nostra piccola oasi di famiglia è in piena attività – nei limiti del fatto che abbiamo solo 4 camere e siamo in una zona rurale.
Abbiamo registrato un +237,5% a febbraio rispetto allo stesso mese negli 8 anni precedenti.
Per l’intero mese di marzo, abbiamo già un +78% (ad oggi, 5 marzo).
Per il mese di maggio, abbiamo già raggiunto il risultato degli anni precedenti, con 3 mesi di anticipo.
Diverse prenotazioni tra giugno e luglio. Tutta la seconda metà di agosto è soldout.

Questo senza aver fatto nessuna operazione di marketing o promozione, e per giunta potendo ospitare massimo 8 persone alla volta.

Come si spiega questa ondata di interesse spontaneo e continuo?

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Le persone, adesso più che mai, hanno bisogno di pace.

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Una pace autentica e basilare che solo l’abdicare in piena natura può dare.
Staccare la spina, allontanarsi da tutto, trovare la propria oasi fuori dal mondo in cui rifugiarsi e, lentamente, riprendere a respirare.

Personalmente credo sia questo il motivo per cui non smettiamo di ricevere messaggi e chiamate dagli amanti della Sardegna interna, del benessere e della vita stessa.
Stiamo assistendo a una dimostrazione d’amore senza precedenti, un’ondata di solidarietà e affetto che assolutamente non ci aspettavamo, soprattutto in un momento come questo.

Eppure, incredibilmente, anche questa volta si sta compiendo il grande miracolo dell’amore che nasce e che ritorna in quest’isola millenaria.

Per questo motivo ho deciso di metterci la faccia. Questo è il mio appello, per fronteggiare l’altra faccia del virus: non importa se qui o in un altro posto, ma non smettiamo di cercare la nostra personale oasi di bellezza e benessere in piena natura.

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Noi raccogliamo la sfida e siamo qui, a reinvestire ogni euro che riceviamo per salvare un altro pezzetto di Sardegna dallo sfruttamento degli ecosistemi naturali.

Noi raccogliamo la sfida e siamo qui. A braccia aperte per chi sente ancora il cuore battere alla vista di una valle sul mare o di una lavanda in fiore, e sente il bisogno – oggi più che mai – di riconnettersi a una dimensione più profonda del proprio essere.

Se senti che questo posto è anche il tuo posto, vieni a trovarti:

 

 

Alla tua essenza,
Valeria Gentile
Essenza Sardegna