Quella volta in cui… (Scheletri nell’armadio)

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Colonne di pietra bianca sull’acqua.
Una biblioteca con pareti di vetro. Sentieri erbosi e sale eventi a non finire.
C’era da perdersi.

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Era il 26 gennaio di nove anni fa.

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Avevo vent’anni e non ero abituata a quelle temperature nordiche. L’aria era frizzante e il freddo mi pungeva sotto i collant, ma io non stavo nella pelle per l’eccitazione. Mi sudavano le mani.

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Ho fatto un bel respiro e sono entrata nel centro di ricerca sulla comunicazione più importante d’Europa, fatto di ragazzi e ragazze da tutto il mondo che approdavano qui con in mente una cosa sola: produrre risultati straordinari con il proprio talento.

Percorrendo i corridoi e le stanze, quel primo giorno e nei giorni seguenti, cercavo di contenere i miei occhi lucidi nel vedere tutte quelle sfumature di pelle e di culture che lavoravano insieme a un unico scopo. Stavano materialmente creando un mondo migliore attraverso il loro lavoro artistico e comunicativo. E lo facevano divertendosi come matti dalla mattina alla sera.

Praticamente una festa continua.

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Erik con un occhio verde e un occhio azzurro, veniva da Cuba e aveva un’idea incredibile al giorno. Maia con i suoi occhi a mandorla veniva dal Vietnam, rideva sempre, e progettava riviste fuori dall’ordinario. Tak, da Brooklyn con origini cinesi, creava oggetti di design. Anna, una dei pochi italiani, faceva fotografie stupende, così come Diego dal Sudamerica ed Eli dalla Norvegia, la mia compagna di stanza. Lars era un grafico super biondo dall’Australia, con un non so che d’altri tempi. Lavorava con Michela, una veneta molto dolce e modesta ma determinata.

Tutti lì dentro lavoravano a testa bassa continuamente, nessuno si dava delle arie. Ma erano i migliori in circolazione, ognuno nel proprio settore. Era come se fosse una grande classe creata dai nerd di tutto il mondo, ma dei nerd stakanovisti che ogni giorno facevano anche feste e circhi da ridere a crepapelle. In tutte le lingue.

Safeeyah dal Medioriente era l’unica bassina come me, ci intendevamo – lei scriveva i testi giornalistici. Phoebe dall’Uganda con la sua bocca enorme e sempre sorridente era brava in poesia. Joshua programmava al computer, Geremia componeva musiche. Maria da Varsavia viveva a Parigi ed era lì perché era brava con le arti visive. Catarina da Lisbona era un genio del graphic design. Abi era un illustratore libanese taciturno di gran talento.

A tarda sera c’era sempre qualcuno che restava sveglio per continuare a lavorare al suo progetto, sembrava che le loro batterie si ricaricassero lavorando.
Ogni giorno tornavo in quel pazzo laboratorio di geni e ce la mettevo tutta, ascoltavo ogni loro presentazione e studiavo ogni loro successo. Davanti a ognuno sentivo qualcosa di me che alzava la mano e diceva “qui! proprio qui! eccomi. mettetemi alla prova e vedrete che c’è del talento anche in me”.

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Sapevo che c’era qualcosa dentro di me di grande e luminoso. Di utile e bello da condividere. Qualcosa per cui valesse la pena esserci. Ma non sapevo che cosa.
Perciò nessuno mi notava veramente, non riuscivo a godermi i momenti migliori fino in fondo.
La verità è che non mi sentivo all’altezza di essere stata selezionata per entrare lì dentro.

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Sono passati tanti anni da allora. Quasi dieci. Ma quando ripenso a quel periodo di internship a Fabrica sento ancora una ferita aperta, un misto di nostalgia, tenerezza e malinconia.

Perché puoi trovarti nel posto giusto, con le persone giuste, al momento giusto… ma non riuscirai a tirare fuori il meglio di te se prima non hai preso contatto con la tua essenza, con il tuo perché…

 

Tra i percorsi di ricerca interiore l’Essenza, quest’anno abbiamo organizzato il workshop residenziale “Trova il Tuo Perché” (6/7 ottobre), proprio su questo tema.

Una parentesi autunnale di intimità e privacy assoluta per esplorare in libertà la motivazione della tua vita.

 

Ecco il Programma del Residenziale:

Parte teorica

• Il cerchio d’oro: partire dal perché
• Diventa chi sei: la multipotenzialità
• La finestra di Johari: il territorio di miglioramento personale
• I sei cappelli per pensare: allena il pensiero laterale
• I livelli logici: non puoi risolvere un problema allo stesso livello in cui si è creato
• Il viaggio dell’eroe: presentarsi in modo memorabile

Parte pratica

• Dichiarazione di imperfezione
• Alti e bassi: la tua vita su una linea
• Dichiarazione del perché
• Dalla realtà al mondo ideale: istruzioni di viaggio
• Il tuo discorso di presentazione

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Questa è la tua chiamata speciale per trovare il Tuo Perché.

Non perdere l’occasione di partecipare a questo esclusivo workshop residenziale di una giornata e mezza nel più piccolo Aromatherapy Guesthouse al mondo.

(Se vuoi prenderti del tempo per pensarci su, ricorda che rischi di non trovare più posto o di perdere l’Offerta Primi Iscritti.)

 

Clicca qui per tutte le informazioni:

Trova il Tuo Perché