La straordinaria blogger di Ritual Cuisine, Nikolina Skenderija-Bohnet dai Balcani, è venuta a trovarci e ha scritto un bellissimo articolo sul suo blog, specializzato in tema di cucina biologica e vegetariana, stile di vita naturale e amore per i piccoli rituali quotidiani che danno valore alla nostra vita.
Nikolina, originaria della Bosnia Erzegovina, ora vive a Berlino e lavora all’Istituto per gli Studi Culturali alla Humboldt University. Il suo blog è seguito da moltissime persone interessate al cibo naturale e appassionate a uno stile di vita salutare, in armonia con la forza originaria della Terra: ci si trovano molte gustose ricette della tradizione austriaca, mediterranea, russa, ungherese, turca…
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Ecco che cosa ha scritto di Essenza Sardegna, nel post “Autunno in Barbagia, Sardegna“:
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Se si vuole conoscere meglio la Sardegna e la gente del luogo, si dovrebbe andare verso l’interno. Anche se la Sardegna ha le più belle spiagge selvagge di sabbia bianca, che mi è piaciuto esplorare anche a nuoto a metà settembre, senza folle di turisti, il mio sguardo malinconico e curioso è stato attirato dalle colline misteriose che amichevolmente mi hanno iniziata alla natura magica di questa isola del Mediterraneo.
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Da qualche parte tra la costa orientale e il lago di Torpè, dove antichi edifici megalitici mantengono il ricordo dell’antica civiltà nuragica, l’intero paesaggio sardo diventava evidente nel volto espressivo di questa donna ospitale. Non c’era bisogno che io viaggiassi di più. Il suo sorriso era il caldo sole del mattino, i suoi occhi un mare scuro, i suoi forti capelli neri una fitta foresta. Le sue mani erano industriose, e ogni volta che si muoveva una brezza aromatica riempiva la stanza e mi faceva chiudere gli occhi. Non ero lì per caso.
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Barbagia è il nome della regione che stavo cercando di scoprire. La terra dei barbari. I cosiddetti barbari delle colline sono sempre stati più interessanti per me rispetto al jet set di turisti e proprietari di yacht laggiù sulla costa. Preferirei essere un barbaro. La via della violenza barbara sembra essere più naturale e necessaria. Mentre guidavamo intorno alle colline barbaricine ho pensato alle parole del regista italiano Pasolini: “La parola barbarismo – lo confesso – è la parola al mondo che amo di più (…). Semplicemente perché, nella logica della mia etica, la barbarie è lo stato che precede la civiltà, la nostra civiltà: quella del senso comune, della sicurezza, del senso del futuro. È semplicemente l’espressione di un rifiuto, l’angoscia davanti all’autentica decadenza generata dal binomio ragione-pragmatismo, il dio a due facce della borghesia”. Poi penso alla Bosnia, la mia patria, ma solo per un secondo o due. Malinconia sì. Nostalgia no.
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Autunno in Barbagia è un evento il cui scopo culturale è quello di mostrare il patrimonio rurale della Sardegna e di attrarre visitatori durante quella che di solito è una bassa stagione per il turismo. Ogni fine settimana per tutto l’autunno, paesi e villaggi, a turno, aprono le loro cortes cioè i cortili delle case tradizionali.
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I visitatori sono così in grado di acquisire un’esperienza di prima mano sulla vita di campagna locale, scoprire i profumi, assaporare i sapori, conoscere le tradizioni, l’artigianato e le opere d’arte, ognuno dei quali è stato gelosamente nutrito per secoli nella Barbagia.
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I tempi dei barbari sono già passati oltre, in Barbagia. Ma ogni anno in un particolare giorno tutti gli abitanti tornano indietro alle loro vecchie tribù, cercando di conciliare gli esseri umani, gli animali e gli dei. Il Carnevale è il battito cardiaco della Barbagia, una miscela di riti sacri e profani. Le maschere si differenziano per forma e nome, di città in città, e i travestimenti e le danze intorno grandi falò, le processioni e i canti caratterizzano le celebrazioni. Una festa è il momento clou della cerimonia.
Ringrazio questa isola per tutta la bellezza che mi ha mostrato…
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