Fino al 20 ottobre 2013 al Museo Internazionale Design Ceramico di Cerro di Laveno Mombello potrà essere visitata la mostra “L’essenza del possedere” di Giorgio Piccaia. In questi giorni l’artista presenta il suo ultimo progetto artistico, che consiste in opere d’arte in ceramica.
Il tema è l’origine dell’uomo: un profondo lavoro di indagine che ritrova nell’elemento primordiale dell’acqua e dei pesci i segni semplici e primitivi, ma ricchi di significato, simboli della vita, della libertà e dell’autodeterminazione.
Erika La Rosa, la curatrice della mostra, nella presentazione in catalogo ha scritto: «Un ritorno al pensiero elementare per ricominciare ad apprezzare la vita. Un segno, una traccia, un’impronta per non dimenticare l’origine di tutto e cancellare il superfluo. Le opere in ceramica di Giorgio Piccaia partono da questa premessa. Un’ impresa titanica, direi, un viaggio impervio, imprevisto, difficile ma proprio per questo avvincente. I timidi passi verso la ricerca dell’elemento primordiale e sull’origine della vita nascono sulla tela, quasi per caso, quando i segni tracciati prendono le sembianze di pesci stilizzati, che nuotano nel corso della corrente, si fanno trasportare liberi o ritornano controcorrente. Nell’acqua, infatti, la letteratura scientifica vuole l’origine della vita. In uno degli elementi più incorporei gli studiosi rimandano a luogo dove tutto ebbe inizio».
La terra manipolata si trasforma in piatti di ceramica tutti diversi. Piatti dal contorno irregolare dove l’incertezza del dettaglio diventa elemento essenziale e distintivo. Creati ad uno ad uno i piatti hanno il profumo dell’oggetto proprio dell’artigiano, di quell’alchimista moderno che riesce a mescolare gli elementi nudi e crudi per realizzare un’opera unica.
Un’altra sua mostra sarà allestita allo Spazio Zero di Gallarate dal 30 novembre al 15 dicembre 2013 e vedrà la collaborazione tra Giorgio e Matteo Piccaia, pittore e maestro dell’arte del novecento, con opere su tela e in ceramica sullo stesso tema. Dopo una prima mostra insieme allo Spazio Zero nel 2012 i due artisti, padre e figlio, hanno proseguito portando avanti una ricerca comune, fino alla prestigiosa partecipazione alla 55° Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia al Padiglione Tibet, dove sono stati invitati ad esporre.
Giorgio Piccaia nasce a Ginevra, studia architettura al Politecnico di Milano, dove è stato allievo di Corrado Levi. Tra gli anni 70 e 80 lavora, sia in Polonia che in Italia, con Jerzy Grotowski, una delle figure di spicco dell’avanguardia teatrale del novecento. In quel periodo realizza una serie di performance e happening. Figlio d’arte. Nel 1983 ha fondato la rivista Varese Mese.
Interviste a Piccaia:
- Quando e come è nata questa vocazione?
L’arte è nel mio dna. Mio padre pittore sin da piccolo mi ha insegnato ad amare le cose belle, a interessarmi dell’arte e della cultura. Mi ricordo che trascorrevo ore con lui a guardare le opere d’arte sui libri dedicati ai musei. Sono cresciuto visitando mostre e frequentando artisti sin dalla tenera età. A Ginevra le agorà artistiche erano cose normali.
Anche mio nonno gravitava nel mondo del bello, era un restauratore di mobili antichi e mio zio è un collezionista di antichità, con una famiglia così è naturale che il mio interesse artistico si sia sviluppato.
- Riesce a vivere con la sua arte?
No, ora capisco tutte le difficoltà di mio padre. Quando un artista vuole essere coerente con il suo operare i due pasti quotidiani non sono assicurati.
- Il suo lavoro come si articola?
Lavoro a progetti, le idee sono pensate, ripensate, rielaborate, riviste e abbozzate, e poi improvvisamente arriva il momento di realizzarle su tela. Uso colori acrilici perché asciugano subito e il mio gesto è preciso ed istintivo.
- Come considera l’arte nella nostra società?
Viviamo un periodo storico di grande evoluzione. Stiamo vedendo che l’impostazione sociale consumistica sta implodendo, penso che dopo un periodo buio di grandi incertezze arriveremo ad una società di riflessione. Adesso la realtà per la maggioranza delle persone è molto dura. Molti hanno difficoltà materiali, l’aspetto culturale è visto in secondo ordine, un peccato perché potrebbe aiutare molti.
L’arte può dare contributi di riflessione e illuminare l’uomo e rasserenarlo e condurlo lungo la strada della salvezza. Penso che sia importante ritornare all’origine della vita, ai rapporti interpersonali e passare dal pensiero furbo al pensiero vivo.
- Quando trova il tempo da dedicare all’arte?
Il tempo è una convenzione. L’arte è oltre il tempo e lo spazio, è più veloce/lenta del suo rapporto.
In realtà è col pensiero che viaggio nell’arte, che progetto le opere che poi metto su carta e su tela tramite il pennello e i colori: strumenti della mia esternizzazione.
La partenza è il mio pensiero. Io penso all’arte sempre. Quindi ci dedico tutto il mio tempo.
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L’ESSENZA DEL POSSEDERE.
OPERE IN CERAMICA DI GIORGIO PICCAIA
MIDeC Museo Internazionale Design Ceramico
Lungolago Perabò, 5 – Cerro di Laveno Mombello
Dal 7 settembre al 20 ottobre 2013
martedì > 10-12.30 da mercoledì a domenica > 10-12.30/14.30-17.30 lunedì chiuso
fino al 30 settembre il sabato e la domenica 10-12.30/15-18
A cura di Erika La Rosa
Organizzazione e grafica Metamusa arte ed eventi, Gallarate
Ingresso gratuito
Posti limitati, prenotazione obbligatoria
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